~~Il termine 'sfalerite' deriva da una parola greca che significa 'incerto', o 'ingannevole' e il nome 'blenda', di origine tedesca e traducibile con 'abbagliare', ha un significato assai simile: entrambe le denominazioni, infatti, sono state attribuite in allusione al fatto che la varietà scura e ferrifera del minerale (marmatite) in passato era ritenuta identica al solfuro di piombo, cioè alla galena, ma a differenza di quest'ultima non forniva il piombo metallo, ingannando perciò i minatori.
La sfalerite appartiene alla numerosa classe dei solfuri. Chimicamente è costituita da zinco e zolfo e, allo stato puro, contiene il 67% di metallo. Nel minerale sono però presenti vari altri elementi, tra cui il ferro (fino al 20% nella varietà marmatite), il manganese, il cadmio e, talvolta, anche l'indio e il gallio; può essere inoltre argentifero e aurifero.
Cristallizza nel sistema cubico, principalmente in forme tetraedriche o rombododecaedriche talora complesse, spesso con facce striate e incurvate. Si trova anche in masse compatte, granulari, fibrose o botrioidali.
Il colore della sfalerite è fortemente variabile, passando dall'incolore al nero attraverso tonalità brune, gialle, rosse, verdi, mentre quello della sua polvere varia dal bianco al bruniccio. Dotata di lucentezza da resinosa ad adamantina, fin quasi a metallica nella marmatite, può essere trasparente, traslucida ma anche opaca se contiene molto ferro.
Si tratta di una specie abbastanza dura, pesante, facilmente sfaldabile e molto fragile, con frattura di tipo concoide. Alcune varietà sono triboluminescenti, cioè emettono luminosità quando sono sottoposte ad azioni meccaniche, altre invece sono fluorescenti in rosso ai raggi ultravioletti.

Sfalerite
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Sfalerite cm 3.6 x 2.0

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